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I trend del graphic design per il 2022 (e non solo)

Se il 2020 è stato un anno eccezionale, anche il 2021 non ci ha fatto mancare le emozioni … diciamo così. In una situazione tanto dinamica prevedere le tendenze per il 2022 nel mondo del graphic design non è scontato.

Ci sono però alcuni fenomeni abbastanza evidenti con cui secondo me faremo i conti in questo anno e su cui vale la pena ragionare insieme.

Alcuni erano stati in qualche modo anticipati già nel 2021, e probabilmente sono destinati a rimanere, altri aprono nuovi scenari e sono lo specchio di una realtà che evolve in maniera rapida e a mio parere non reversibile.

Andiamo allora a vedere insieme di che tipo di tendenze stiamo parlando e di come ti può essere utile conoscerle per approcciare i tuoi progetti in questo ambito.

I nuovi anni ’20

La pandemia ha portato a livello globale cambiamenti rispetti ai quali, credo, non si potrà più tornare indietro. Proprio per questo motivo, anche se può sembrare paradossale, penso che vedremo grandi novità e che gli anni a venire saranno ricordati per un grande fermento.

Un po’ come gli anni ‘20 del Novecento sono stati fenomenali dal punto di vista delle avanguardie nel campo del design, come il Bauhaus, ovviamente escludendo dal discorso tutto ciò che riguarda la situazione politica ed economica di quel periodo.

Allo stesso modo sono convinto che stiamo vivendo i nuovi anni ‘20, e non solo per una questione di cifre. Penso che stiamo attraversando un momento della storia del graphic design che verrà studiato sui libri di settore e di cui si parlerà come noi oggi parliamo dei roaring twenties.

Andiamo a vedere nel dettaglio le tendenze più interessanti per l’anno appena cominciato.

Massimalismo, una delle tendenze ancora più dirompente

Il massimalismo, il trend individuato per il 2021, si è confermato essere la nuova realtà. Ma siamo solo agli inizi.

Il flat design, il modernismo e la semplicità, ormai, sono appannaggio di chiunque e di qualunque brand. È semplicissimo recuperare delle risorse, anche gratuite, come pacchetti di icone o illustrazioni, per creare delle belle identità o dei buoni prodotti in stile flat, facili, puliti, funzionali.

 

  “Your life looks good” – Yuri Y

Per questo le aziende e i brand che vogliono distinguersi, e hanno il budget per farlo, cercano quindi ormai di fare cose visivamente pazzesche, esagerate, impattanti o sopra le righe.

Si esagera come modo di emergere dalla massa. Certe volte è proprio un espediente per dimostrare quanto è costosa la produzione di questi progetti e quindi per sottolineare la disponibilità di grandi budget, fuori dalla portata di piccoli brand.

E per ora siamo ancora nella fase embrionale di questo trend; io penso che durerà ancora molto, almeno per i prossimi 5 anni.

“More is More” – Raphael Kwok

Massimalismo non significa che tutto sia esagerato. Perché ad esempio il logo design sta andando in direzione totalmente opposta.

Vedi sempre più spesso loghi semplicissimi, flat, minimali affiancati a brand identity dai colori vibranti, dalla tipografia enorme e da immagini impattanti e spettacolari.

Tutto questo sta anche portando come conseguenza, una sottocultura comunicativa “disruptive”: quello che si definisce “anti-design”.

Fonte: GRAFIGATA

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